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Registrare le emozioni della musica, la sfida di Sarti​

Registrare le emozioni della musica, la sfida di Sarti

 

CREMONA – L’intelligenza artificiale entrerà nella vita dei compositori, supportandone la creatività e potrà facilitare la produzione di musica. Ma non solo. Con appositi sensori sarà possibile misurare e capire che rapporto c’è fra musica ed emozioni. Sono queste alcune delle ricerche che Augusto Sarti del laboratorio di acustica del Politecnico presso il Museo del Violino sta portando avanti con importanti partner.  «Ho voluto che i nostri partner di un progetto che vede il Politecnico collaborare con la BBC Research and Development e Abbey Road Studios, per intenderci gli studi di registrazioni dei Beatles e le più importanti università anglosassoni venissero a Cremona per parlare dei nuovi sviluppi delle nostre ricerche nel campo della digital music e intelligenza artificiale. Quale luogo migliore della città di Stradivari e Monteverdi per parlare di musica e della musica del futuro?», afferma Augusto Sarti, responsabile del laboratorio di acustica del Museo del Violino e docente del politecnico nonché anima della magistrali in ingegneria acustica del Politecnico. 

Così Sarti ha riunito intorno al tavolo Mark D’Inverno della Goldsmiths University, Mark Sandler, George Fazekas della Queen Mary University, David De Roure, Kevin Page dell’Oxford University, Steve Benford dell’University of Nottingham e François Pachet di Spotify Creator Technology Research Lab di Parigi. «Si è parlato del futuro della digital music, del ruolo dell’Intelligenza Artificiale nella musica, ma soprattutto di cosa possiamo fare insieme per mettere l’intelligenza artificiale al servizio degli acustici e dei musicisti — spiega —. Con questi partner collaboriamo da molti anni, ma lo sviluppo delle ricerche in acustica è incredibile. lavoriamo sulle potenzialità dell’Intelligenza artificiale nei processi di produzione musicale, anche grazie al patrimonio di registrazioni e campionature ontologiche del laboratorio del Museo del Violino. Un database incredibile e per realizzarlo non abbiamo dovuto chiudere nessuna strada… Ma lasciamo perdere». Il riferimento va alla Banca del Suono che tanto clamore ha fatto nelle settimane passate: «noi facciamo ricerca — afferma Sarti —, e di più non mi sento di aggiungere. Ad oggi ho partecipato col mio gruppo a più di 30 progetti europei, e decine di progetti industriali e extra EU, e con loro la partnership è cresciuta in modo enorme durante questi progetti. Brexit non aiuterà, ma vogliamo fortemente trovare meccanismi di finanziamento che ci consentano di continuare a lavorare insieme. E per capire in che contesto siamo soliti muoverci mi piace ricordare che attualmente è ancora con noi Mark Sandler, direttore del Center for Digital Music, Queen Mary University, che contribuisce alla didattica del Politecnico insegnando un corso di dottorato di ricerca dal titolo ‘Advanced Topics in Music Informatics’». 
Al simposio di esperti di acustica musicale e di digital music si affianca un altro azzardo di Sarti, ovvero cercare di mappare e misurare le reazioni emotive che si producono quando sia scolta un concerto dal vivo. «A metà aprile organizzeremo un concerto di musica sacra durante il quale a una ventina di spettatori volontari faremo indossare una serie di braccialetti con sensori neurali che avranno il compito di registrare le reazioni cerebrali durante l’esecuzione del concerto — continua Augusto Sarti —. Il concerto si terrà in sala Manfredini presso il museo civico e sarà una vera chicca, al di là della ricerca che poteremo avanti sul rapporto fra fruizione musicale e recezione cerebrale. I dati raccolti verranno poi rielaborati dai nostri laboratori». 
Tutto ciò — ci tiene a sottolineare il docente di ingegneria acustica — ha come cornice Cremona, città della liuteria, un contesto che spiega Sarti facilita: «con alcuni dei nostri ospiti sono andato in visita presso una bottega liutaria, dove abbiamo anche goduto di una degustazione di vini e prodotti tipici — spiega —. Abbiamo tutti apprezzato questa visita infinitamente, e gli ospiti sono rimasti estasiati dalla qualità dei violini. Mark D’Inverno ha detto più volte di rimpiangere di suonare il pianoforte invece che il violino»..

Fonte: la provincia di Cremona

Articolo realizzato da F. Zangirolami

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